Le scoperte scientifiche avvicendatesi negli ultimi anni hanno ormai dell'incredibile: gli scienziati parlano di tunnel spazio-temporali, wormhole e universi paralleli. La possibilità, quindi, che una civiltà molto avanzata sia in grado di progettare velivoli capaci di percorrere gli immensi spazi interstellari in tempi ragionevoli non suona più così fantascientifica.
Il chimico Corrado Malanga dell'Università di Pisa ha avanzato un'ipotesi interessante; quasi tutte le foto che ritraggono U.F.O. (quelle non confutate dagli esperti) hanno un particolare in comune: la ricostruzione effettuata al computer mostra alcune discrepanze con la foto per quanto riguarda le luci e le ombre; vi sono infatti zone del velivolo molto luminose dovute verosimilmente ad emissione di energia nello spettro visibile e zone scure oltre a dove dovrebbero normalmente essere, anche in parti illuminate dal sole o che comunque normalmente non dovrebbero essere in ombra.
Alcuni U.F.O. avvistati a Mount Rainier, Corsia e Amay, presentano una sorta di ‘buco nero' nel centro; altri U.F.O. mostrano fasce scure attorno al centro dell'oggetto o al centro dell'asse di simmetria. Ciò può essere dovuto a effetti di natura elettromagnetica che questi oggetti producono sulle radiazioni che li colpiscono; tesi avvalorata dal fatto che molti testimoni hanno raccontato di aver visto fasci di ‘luce solida' (così li chiamano gli esperti) che anziché propagarsi in linea retta come tutte le emissioni di radiazione elettromagnetica, seguono una traiettoria curva. Questo fenomeno non si limita ai soli fasci emessi dall'oggetto ma sembra colpire tutte le radiazioni ad esso indirizzate come ad esempio la luce di una torcia elettrica o le onde radio (questo spiegherebbe l'impossibilità di rilevare gli U.F.O. per mezzo dei radar).
É noto il caso dell'aereo di linea americano avvicinato in volo da un U.F.O.: l'aeromobile scomparve per cinque minuti dal controllo radar di terra. All'atterraggio tutti i passeggeri si sono accorti di avere l'orologio indietro di cinque minuti rispetto all'ora ufficiale di volo.
Un altro comportamento particolare osservato negli U.F.O. è il fatto che a volte possono raggiungere un'accelerazione pressoché infinita: si è visto infatti che questi oggetti possono passare da una velocità ad un'altra senza passare per le velocità intermedie; un po' come un elettrone passa istantaneamente da un livello di energia ad un altro senza passare nel ‘mezzo'. Si entra quindi nel campo della fisica quantistica e di conseguenza il moto degli U.F.O. sarebbe dunque quantizzato ed esprimibile con leggi fisiche simili alle equazioni di Schroedinger.
In ultima analisi è plausibile che questi velivoli piuttosto che viaggiare a velocità prossime alla velocità della luce (che secondo la teoria della relatività non si può superare) siano in grado di creare una sorta di tunnel spazio-temporali e di conseguenza percorrere spazi giganteschi all'istante pur viaggiando a basse velocità. |