Nanomedicina |
redazione ECplanet La nanomedicina avrà un grande impatto nel reame dello “human performance enhancement” (HyPE), ovvero il miglioramento delle prestazioni umane. Le applicazioni mediche delle nanotecnologie hanno il potenziale per rivoluzionare l'industria del settore mediante potenti strumenti per le diagnosi e il trattamento delle malattie a livello molecolare. Jim Heath, un chimico del Caltech, sta sviluppando nano-sensori in grado di rilevare e diagnosticare il cancro nei suoi primi stadi, quando è ancora curabile. Jennifer West, una bioingegnere, ha usato nanogusci rivestiti d'oro per uccidere cellule cancerose in dei topi: i nanogusci, del diametro di 120 nanometri, 170 volte più piccoli di una cellula cancerosa, vengono iniettati nell'organismo e poi, quando hanno individuato l'obiettivco, bombardati con dei raggi laser che passano attraverso la carne fino a colpire la parete dorata, riscaldandola e provocando così la morte della cellula cancerosa. Il metodo, secondo la Food and Drug Administration, sembrerebbe essere più accurato, economico, rapido, sicuro della chirurgia, della chemioterapia e del trattamento con radiazioni. C'è poi ci sviluppa nanorobot, o nanosonde, da introdurre nel corpo per rilevare e riparare danni e infezioni. Un tipico nanorobot medico è grande dai 0,5 ai 3 micrometri, basato sul carbonio, e viene introdotto nel flusso sanguigno alla ricerca di cellule cancerose (mdiante marcatori molecolari) da isolare e, eventualmente, riparare o distruggere. Grazie alla nanomedicina, “big pharma” estenderà il suo esclusivo monopolio sui farmaci, aumenterà i suoi profitti e scoraggerà la concorrenza. In combinazione con altre nuove tecnologie, la nanomedicina renderà teoricamente possibile alterare la struttura, le funzioni e le capacità del corpo umano e del cervello, arrivando fino a cancellare ogni distinzione tra terapia e miglioramento, cambiando, letteralmente, la definizione di ciò che si intende ancora per umano o per salute. Fonte: ETC Group / Settembre 2006 |